I nostri detti

1) Meglio perdilo che troallo. Locuzione popolare usata per mettere in guardia gli interlocutori amici contro qualcuno considerato pericoloso.

2) Meglio palaia. Espressione di disappunto o di incredulità che sfugge a chi si trova davanti un ostacolo imprevisto o una realtà inammissíbile. Il termine "palaia" è un rafforzativo che "piacecí" far risalire al Sacco di Prato. Manfredo di Bistone, difensore delle mura con il ruolo di rigettatore di scale, ebbe ad esplodere in cotal modo non appena si trovò davanti al viso tante lance e alabarde spagnole da riceverne l'idea dì una piantagione di pali.

3) Meglio che nulla. Marito vecchio e anche mancamentato.

4) Meglio un uccello in mano che un tacchino a giro per l'aia.

È cosa migliore avere un bene piccolo ma sicuro che un capitale rilevante, starnazzante, ma inafferrabile.

5) Meglio che giri la testa che i coglioni. L' emicrania o i gíramentí di testa sono considerati meno dolorosi e coinvolgenti del giramento dei cosiddetti.

N.B.: l'aggiunta del termine "cosiddetti" serve a smorzare la villania della voce "coglioni" che potrebbe recar fastidio alle signore.

6) Meglio un morto in casa che un campigiano all'uscio. Gli abitanti della zona paludosa dell'Osmannoro tra le città di Prato e Firenze, battezzata Campi, erano dediti all'abigeato con specialità polli e biciclette. Trovarsene uno alla porta era motivo di grande inquietudine.

7) Meglio ammazzare uno che mettere un'abitudine. Questa massima è attribuita al professor Papalini ed è tra le cento che hanno contribuito a fare del figlio Pierleone una persona simpatica e burlona.

8) Meglio essere vecchi che buonanima.

Meglio anziani che non esserci più. Tormentone di Brunetto Rosati, impresario edile e babbo di Alfiero, famoso "e.ntertainer" cittadino.

9) Meglio un sedere piatto che un piatto nel sedere. Le scelte della vita sono sempre molto difficili per tutti. Ma per una donna ambiziosa che abbia cura di se stessa, che desideri presentarsi sempre al meglio, un sedere piatto è la cosa peggiore che possa capitare. È però indubbio che la seconda ipotesi ha effetti devastanti sulla muscolatura dei glutei e sul calibro degli intestini.

10) Meglio aver roba che quattrini. La roba è legata ad una immagine di ricchezza più visibile rispetto alla moneta dall'equivalente valore. Eppoi i quattrini si svalutano.

11) Meglio essere astiai che compatii. Meglio essere invidiati che sopportati.

12) Meglio aver paura che toccanne. Decisione poco coraggiosa ma

molto prudente. Ricorda molto don Abbondio.

13) Meglio perder la lana che la pecora. Ovvio 14) Meglio peli tra le puppe che peli sulla lingua

 

15) Meglio avere i calzoni rotti nel sedere che viceversa

16) Meglio padron d'una castagna che garzon d'una montagna.