I ciuchi di Prato

I' CIUCO

Nella storia della civiltà pratese questo animale, da trasporto e da compagnia, è stato talmente amato e venerato da dedicargli una strada nel centro della città: via de' Ciuchi.

Restano famosi nella cronaca cittadina:

1) il ciuo del Bessi. Animale con attributi riproduttori di dimensioni talmente esorbitanti, che veniva invocato ogni qual volta si parlava o di una donna esigente o molto consenziente. "Gli ci vorrebbe il ciuo de' Bessi", si conveniva con una punta di malizia. Nonostante insistite ricerche d'archivio, non sappiamo se il cotal Bessi noleggiasse l'animale dietro mercede.

2) il ciuo del Nardi. Al quale era stato insegnato a ragliare a comando. Iscritto ad una corale avrebbe fatto la sua figura.

3) il ciuo d'Ermete. Noto trasportatore di stacchi e di subbi dal tessitore all'impannatore e viceversa.

4) il ciuo di Serafo. Serafino, o Serafo, esercìtava la professione di ortolano ambulante e per la sua popolarità e specialità era chiamato il "Re della bietola".

5) il ciuo del Pentolaio. Era un animale piccolo e oltremodo paziente che trascinava un barroccio lungo oltre quattro metrì con due ruote più alte di lui. L'animale, d'intelligenza quasi umana, sì fermava a tutti gli usci tanto da diventare sinonimo di persona che nel parlare facesse pause continue.

6) il cíuo di Pasqualino. Pasqualino faceva il merciaio ambulante con il suo barroccio pieno zeppo di cassette (dove c'era di tutto un po') e armato di pensilina telata che, durante le soste per la contrattazione delle merci, metteva lui e la clientela al riparo dagli agenti atmosferici. Negli Anni Cinquanta da itinerante era diventato stanziale aprendo una bottega in piazza san Marco a Prato.

7) il ciuo di Seghine. Conosciuto come animale sarcigno e volitivo, aveva un'energia incredibile. Riusciva ad aumentare e a rinforzare la sua velocità di marcia sull' "agghiaia" (o ghiaia), terreno notoriamente più difficoltoso del selciato e del lastricato. Viene così portato ad esempio di individuo che non si arrendeva mai davanti alle difficoltà. "Gliè come il ciuo di Seghine! Rinforza sull'agghiaia".

8) il ciuo del Pollaiolo. Vedi Pasqualino in versione alimentare.

9) il ciuo nero. Era il soprannome di un personaggio, tipo il `Passatore' di pascoliana memoria, abitante tra le campagne del pratese e del pistoiese, che con la sua banda compiva grassazioni di ogni genere. Era temuto come una specie di Robin Hood che rubava ai contadini ricchi e manteneva in miseria quelli poveri.

"Lavorare a stanga e mazza" era sinonimo di lavorare come un ciuco e cioè legato alle stanghe (ciascuno dei bracci paralleli del carretto) e percosso con una mazza o frusta.