La foto racconta

Questa foto fu scattata la sera del 4 gennaio del 1995.

In quei giorni in tutta la Toscana cadde una  nevicata che imbiancò tutta la regione. Quella sera, dopo cena,  eravamo tutti davanti al bar a goderci lo spettacolo di quei fiocchi enormi che cadevano incessatamente e che ancora oggi tutti ricordano. Nel parcheggio davanti alla Misericordia, da diversi giorni c'era parcheggiata una vecchia Vespa 50 grigia (mod tre  marce con faro rotondo).

 La Vespa non aveva il bloccasterzo e ci chiedevamo di chi fosse. Provammo a metterla in moto e ci riuscimmo al primo colpo, allora io il Bubu  e Ciglione decidemmo di farci un giro, per provare l'ebrezza della guida sulla neve. Per provare qualcosa ancora di più emozionante decidemmo di provarla tutti e tre insieme. Partimmo con l'intenzione di arrivare alla curva del Giovannelli e tornare indietro ma poi guidare su quel manto stradale completamente bianco che contrastava con il buio della notte, ci indusse a proseguire e ci avviammo verso la strada che porta a Paperino. I primi km li facemmo ad un andatura molto controllata, ma poi man mano che prendevamo confidenza col fondo stradale  innevato, l'andatura aumentava. Arrivati al depuratore di Paperino, tornammo indietro e arrivati all'incrocio con Via Roma decidemmo di andare a fare una "capatina" alle Fontanelle. Arrivati alla curva prima der Bar del Cecchi  (la curva successiva , a  dove adesso c'è il supermercato Conad),  va ricordato che Via Roma era tutta a doppio senso.  Affrontammo ad una velocità abbastanza elevata e appena finita la curva ci trovammo davanti una pattuglia dei Carabinieri. Io, che guidavo,  appena vidi la paletta davanti a noi non  trovai di meglio da fare che attaccarmi ai freni....la velocità, e il fondo stradale fecero il resto.........

La Vespa  iniziò a perdere aderenza sul posteriore (come solo il Biaggi dei tempi migliori riusciva a fare) e partì  a razzo strisciando per terra per diversi metri andando a finire la propria corsa sulla macchina dei Carabinieri.

Dietro la Vespa arrivammo (seguendo l'ordine di postazione di guida) io, il Bubbu e in terza posizione Ciglione, anche noi i scivolata.

Uno dei due Carabinieri vedendoci arrivare a rotoloni esclamò ironicamente:  "uno-due e tre! Solo voi o  ce ne sono altri??"

Ci rialzammo andando subito a controllare il danno fatto alla macchina dei Carabinieri, per fortuna la Vespa prima dell'impatto era arrivata quasi a fine corsa, infatti la ruota anteriore si era soltanto appoggiata al cerchione dell'auto. Almeno dal punto di vista dei danni alle forze dell'ordine ci era andata bene....ora rimaneva solo da "trattare" sul fatto che eravamo in tre su una  Vespa 50, su un fondo stradale non  "proprio" adatto alla circolazione di una Vespa oltre al  fatto che non eravamo in possesso dei documenti del mezzo.  Inoltre  non avevamo idea di chi fosse il suo proprietario. In pratica avevamo preso "in prestito" la Vespina ma agli occhi dei Carabinieri poteva trattarsi di un furto.

In un primo momento l'atteggiamento dei Carabinieri, fu quello di metterci paura facendoci capire quali pericoli correvamo a viaggiare in tre su una Vespa in quelle condizioni ambientali e quali rischi avremmo fatto correre anche agli altri veicoli. Tra tutti e tre  avremo pronunciato la parola "Scusateci" almeno una cinquantina di volte. Poi ci furono chiesti i documenti e ci fu domandato da dove venivamo. Ciglione cercò di spiegare che eravamo i ragazzi del Bar della Misericordia di Cafaggio in vena di "bischerate" e fortuna volle che i due Carabinieri conoscessero molto bene Domenico il gestore del Bar. Dopo una lunga paternale ci mandarono a casa "consigliandoci" di tornare a piedi. Dopo aver ringraziato ripartimmo a piedi ma appena  fuori dalla visuale dei Carabinieri, rimettemmo in moto la Vespa e ...via a tutta birra verso il Bar. Quel volo davanti ai Carabinieri era stato troppo divertente e prima di arrivare  a destinazione riprovammo la frenata sulla neve con il conseguente "Tri-volo con strisciata" . Arrivati in scivolata anche davanti al Bar ci facemmo scattare la foto, in ricordo di una "cazzata" che poteva avr conseguenze più gravi e  che per fortuna è finita con grandi risate.