Mi rendo conto che son nato in una generazione strana, siamo arretrati, antichi per i giovani d’oggi (….noi abbiamo giocato a nascondino a muriella, a mosca cieca, a bandierina, con la cerbottana, a sbarbacipolla…), ma siamo troppo moderni per le vecchie generazioni (abbiamo avuto giocattoli da buttar via, i primi video giochi, abbiamo visto i cartoni animati giapponesi, i nostri genitori ci portavano al mare d’estate). Siamo nati troppo presto per vivere il ’68 e troppo tardi per la Play Station. Abbiamo visto però la nostra citta cambiare velocemente e così è stato per i nostri paesi. A Prato c’erano 6 discoteche (Lord Byron, Joy joy, Zero 6, In’s gap, Georgia C., Paper Moon) e tutte facevano il pieno. D’estate si ballava all’aperto alla Fattoria di Tobbiana dove il “Disco Farm” contava 1000 presenze nella discoteca e 2000 nel parcheggio e nelle strade vicine che rallentavano il traffico come succedeva al Bar Martino in Via Roma, il bar più di moda di quegli anni.

Nel fine settimana ci piaceva vestirsi meglio, e per gli acquisti c’erano tanti negozi per tutte le tasche: Babylon Bus, Sauro Mazzoni, il Cecchi, la Roberta, il Paoletti (che aveva anche la line più sportiva dal Green Line). Non c’era ancora Mc Donald ma in centro c’erano “il Maddalena, il Brogi, il Tortuga, il Betti e il Manaresi”. In Piazza San Domenico c’era il Salvatori, faceva le prime liste e non aveva ancora l’ascensore di cristallo. Le donne compravano gli scampoli dal Rosati, la biancheria da Marmino. Per lo sport non c'era nè il Nencini, nè Decathlon, ma potevamo andare allo Sport 2000, alla Casa dello sport o dal Turi.

Non c’era il Vis Pathè e nemmeno la multisala che stano costruendo ora ma in centro "hai voglia" a cinema: Politeama Pratese, Sala Garibaldi, Eden, Centrale, Corso, Cinema e per le seconde visioni l’Odeon al Soccorso e il Borsi. Avevano da poco chiuso i cinema di paese (Galciana, Tobbiana, Vergaio, e il Mokambo di Grignano).

Via Roma a Cafaggio si percorreva sempre in tutte due i sensi e c’erano tanti negozi (fotografo, oculista, orefice, cartoleria, macelleria, generi alimentari e edicola). Di fronte al barbiere e al meccanico Palloni (sempre con le mani nere e col motorino che l'aggiustava per "domani") c'era il Bar Dante che il lunedi quando la Misericordia chiudeva era pieno come un uovo. Di Fronte alla Mariella (a quei giorni solo latteria) c'era il bar del Signorini.

A Grignano sulle "Carra" il Pandolfi era il giornalaio da più di 30 anni, c’erano sempre le buche del Panerai e al distributore c’era il “Moro”. La Margherita era la cartoleria più fornita, mentre l’Albina aveva meno cartoleria ma più merceria, il tabacchino del Gironi, il Pane del Pastacaldi, i macellai Fiorello e Bruno (detto Spezzatino che da Cafaggio faceva il pendolare a Grignano). Chi andava al circolo Cherubini (l’Arena) non andava al circolo del prete “dalla Franca” e viceversa. La latteria di Grignano  (oggi bar Gori) era piccina piccina perche divideva i locali con la mesticheria, che confinava con la bottega di Vincenzo, il barbiere che divideva gli affari col concorrente “Cocchi”. C’era il Cutino l’uccellaio sull’angolo di via Roma vicino al Chiesino e vicino alla piscina che aveva ancora la vasca di 33,3 mt e il trampolino con la piattaforma di 5 e 10 mt. Chi si voleva sentire VIP, poteva andare alla piscina Pietra Marina in vetta al Pinone. Dentro ai giardini non c’erano pericoli e c’era ancora il campo da calcio quasi di fronte a quello della Zenith. La Zenith era una delle meglio squadre di Prato , la sua rivale era l’Ambrosiana, poi vennero il Coiano, il Superga, il Learco Guerra, la Grignanese, il Cafaggio, il casale la Fattoria il Tavola e tutte le squadre dei vari paesi .

In fondo a Via Fiorentina nacque Pratilia, con la Standa che ormai non esiste più, nei miei anni 80 la Standa ha avuto un ruolo essenziale: era sì la casa degli italiani, ma in particolare la sentivo casa mia e la sentivano casa sua tutti quelli che avevano poca voglia di studiare e nel pomeriggio andavano a fare un giro a Pratilia.

Pratilia il primo Shopping Center nato troppo presto, quando ancora le donne si fidavano solo del proprio bottegaio, che le serviva e gli incartava l’affettato nel “foglio Giallo” . Quando il babbo tornava a casa, parcheggiava proprio davanti al portone, perché trovava sempre posto, perché in ogni famiglia c’era una sola macchina.

Le strade piene di 500, 126, 127, 124, 128, 131, Giulia 1300 e Lancia Fulvia. Poche Mercedes.

Le grosse fabbriche erano sempre in centro e la Superal non era dei tedeschi ma il supermercato dei pratesi.

I gigli erano quei fiori che avevano sulla maglia i giocatori della Fiorentina e non un centro Commerciale più grosso del centro di Prato. A Prato c’era una squadra in serie D (allora non è cambiato nulla?) ma la domenica a vederla c’erano 8000 persone e lo stadio ancora in parte con le tribune di legno su tubi Innocenti, era stracolmo…… lo speaker dello stadio era il Niccoli, quello che vendeva i dischi in Piazza delle Bigonce: Cecconi, Bracci, Scannerini, Farina, Nicoloso, Lenzi, Dotto, Oliva, Fiorio, Fantozzi, Avino !!!!!!!!!!

Nel Viale Borgo Valsugana (al KM lanciato) c’era la scuola Dagomari, il Buzzi al Ponte Petrino,

Il Cicognini nella sua Piazza e i Licei tutti intorno a Via Valentini, insieme alle Magistrali. A San Giusto spersa fra i campi c’era una costruzione Rossa un po’ bruttina dove avevano confinato l’Istituto Tecnico per Geometri che divideva i locali con alcune sezioni del liceo Livi. A settembre c’era la fiera…ancora nel Viale Galilei con le classiche scazzottate tra bande di paese.

 

Judo Karate Aikido e le altre arti marziali si facevano dal Giusti al Kodokan da poco nei nuovi locali di via Goito, una diramazione di Via Fabio Filzi. Via Pistoiese  era una bella strada di Prato a due passi dal centro. Chi voleva una palestra per farsi i muscoli non aveva molta scelta: la Vis Nova vicino alla stazione del Serraglio ricordava la palestra di Rocky a Philadelphia, sotto un palazzo piccola buia e con gli spogliatoi sudici da non "giovassene".

Le prime pubblicità delle Tv private, orribili ma indimenticabili: Giuffrida, Mobili Lenzi, Marino Groovy, Imperial.

In bicicletta intesa come sport, ci andavano solo gli anziani e in ogni paese c’era la squadra d’amatori che la domenica mattina facevano la salita del Carmignano o del Seano prima d’andare a mangiare il ricco pranzo della domenica. La televisione era sempre in bianco e nero, con le trasmissioni che iniziavano nel tardo pomeriggio e i canali erano solo due. Cambiare canale era inutile…. non esisteva il telecomando anzi il telecomando di casa tua eri tu.

I campigiani erano gli allegrotti nostri confinanti attaccati a Prato da San Giorgio anzi da Colonica un unico paese con due frazioni San Giorgio e Santa maria a Colonica. Dal punto di vista politico a San Giorgio predominava ampiamente il Partito Comunista Italiano mentre a Santa Maria a Colonica sono sempre stati in maggioranza il gruppo formato dalla Democrazia Cristiana; San Giorgio e Santa Maria non sono mai andate d’accordo e mai potranno andare. Queste due frazioni rappresentano l’essenza del campalinismo toscano.... Guareschi per il suo "Peppone e don Camillo" deve aver attinto qualcosa da qui!

Se si va a San Giorgio, si trova ancora qualche anziano che racconta come nell’immediato dopoguerra, San Giorgio beffò il paese vicino “rubando” la banda musicale a Santa Maria a Colonica. Si racconta che Santa Maria a Colonica aveva pagato la banda musicale del Poggio a Caiano per una festa paesana, e quando i componenti arrivarono a San Giorgio ( a piedi passando dalle stradine che ancora oggi collegano San Giorgio con Sant’Angelo), si credevano di essere arrivati a destinazione. Naturalmente i sangiorgesi glielo lasciarono credere e fecero suonare la banda per qualche ora. Quelli di Santa Maria nel frattempo iniziarono la festa, attendendo invano la banda che non arrivava e che suonò gratis per il paese rivale. Quando nel mondiale del 1970 l’Italia vinse 4 a 3 con la Germania avevo sei anni. Quando avvenne il fatto drammatico del bimbo caduto nel pozzo di Vermicino avevo 15 anni e quell'evento, di fatto oltre a cambiare il modo di fare televisione, concluse la mia infanzia.

Questo sito parla degli anni ottanta e un po’ anche un po’ degli anni Settanta.

Rileggendo­lo qualcuno ci ha riconosciuto anche i propri.

I televisori in bianco e nero con le trasmissioni che iniziavano nel tardo pomeriggio.

Quando c'erano ancora le lire.

Quando essere piccoli significava stare zitti e ascoltare i di­scorsi dei grandi.

Quando di gnocca se ne vedeva poca e si impazziva di immaginazione..

Quando le parole non erano abbastanza per spiegare quanto desiderio avevi di gnocca.

Quando, vedendo la biancheria stesa ad asciugare, capivi che le mutande di una donna era una grossa realtà.

Quando, vedendola stesa ad asciugare, non pensavi chele mutande di una donna fossero uno un filo interdentale lasciato cadere dal piano superiore.

Quando guardando una donna potevi solo intuire le sue forme. Quando il desiderio c'era ancora……quando giravano meno le palle!